lunedì 24 settembre 2012

Pocketful of sunshine

Pocketful of sunshine




Non dimenticare che non dimentico
E ricorda anche che io ricordo.

Odio sofferto di estremo plagio
Amore corretto di minimo sforzo.



Sei così immensa. 
Un granello. 
Una fine infinita.

lunedì 17 settembre 2012

let the rain wash away all the pain of yesterday


let the rain wash away all the pain of yesterday


Era verde quell'estiva bruma, come la celere e lisergica nebbia che oscurava gli occhi tuoi.
Eri una primavera d'infanzia oscurata dalla prima pioggia, rendevi la dolcezza di una camminata tra gli esili steli nascenti.
Ero un astro baluginante in balia delle onde, quei tumultuosi flutti privi di tatto.

Gli steli divennero fratte e la pelle cedette all'insolenza della regina, si tramutò in carne vivida e tu la lacerasti.

Era carminio quel fuoco ardente, quel bruciante contatto che esprimevano i tuoi arcani crepuscoli.
Fondi da tè le tue gote, dei lumi estinti provocatori ed insensati, nella tua incongruenza.
Astrazione per concretezza, di che annata è il tuo sangue?
Bere un bicchiere prelevando del vino. Un brindisi alla cecità emotiva.


domenica 16 settembre 2012

I miss the way things were

I miss the way things were



Se un infinito non bastasse, come reagirebbe la tua pelle?
Consapevolezza che ciò a cui nemmeno l'immaginazione può adattarsi sfugga da ogni tua capacità produttiva.
Insensato addirittura, o piuttosto, ironico ossimoro, ritenere l'infinito qualcosa di calcolabile. 
Uomo, hai mai donato l'infinito?
Sensazione tattile e paradossale di microemotività gratuite, totalmente indirizzate al solo ed immenso ed alto ed incontrollabile e lodevole istinto di amare senza pretesa alcuna.
Uomo, hai mai ricevuto l'infinito?
Esplosione sensoriale e debilitante che infanga e avvolge e strappa e ricuce e costruisce e limita per poi arricchire il tuo essere.
Uomo, definiscimi infinito.

Infinitamente mi ritraggo di ricchezze di altri, forse sono un riflesso, forse lo sei tu, forse ci stiamo specchiando.
Infinitamente mi costringo a guardare a fondo negli sguardi, richiedere occhi nei miei, lasciarmi vorticare libera in immagini non mie.
Infinitamente amo le persone, ne rimango sedotta, le incateno alle mie dita sperando di poter un giorno aprire le loro porte ed esserne accolta.
Infinitamente esse rimangono chiuse e loro non sono in grado di vedere quello che io vedo, che non vedo in me.