domenica 16 settembre 2012

I miss the way things were

I miss the way things were



Se un infinito non bastasse, come reagirebbe la tua pelle?
Consapevolezza che ciò a cui nemmeno l'immaginazione può adattarsi sfugga da ogni tua capacità produttiva.
Insensato addirittura, o piuttosto, ironico ossimoro, ritenere l'infinito qualcosa di calcolabile. 
Uomo, hai mai donato l'infinito?
Sensazione tattile e paradossale di microemotività gratuite, totalmente indirizzate al solo ed immenso ed alto ed incontrollabile e lodevole istinto di amare senza pretesa alcuna.
Uomo, hai mai ricevuto l'infinito?
Esplosione sensoriale e debilitante che infanga e avvolge e strappa e ricuce e costruisce e limita per poi arricchire il tuo essere.
Uomo, definiscimi infinito.

Infinitamente mi ritraggo di ricchezze di altri, forse sono un riflesso, forse lo sei tu, forse ci stiamo specchiando.
Infinitamente mi costringo a guardare a fondo negli sguardi, richiedere occhi nei miei, lasciarmi vorticare libera in immagini non mie.
Infinitamente amo le persone, ne rimango sedotta, le incateno alle mie dita sperando di poter un giorno aprire le loro porte ed esserne accolta.
Infinitamente esse rimangono chiuse e loro non sono in grado di vedere quello che io vedo, che non vedo in me.




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